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Panoramica:

Un favoloso giro, con partenza da Revine, a raggiungere il Pian delle Femene, salendo lungo la Strada delle Musse, segnavia 1032 TV1 E7 con una pendenza media del 20% e ritornando al borgo lungo la Strada dei Cavai, segnavia 1033.

Itinerario assolutamente da percorrere con scarpe da trekking o Trail running, a causa del fondo sterrato da ciottoli, erba e rocce, oltre all’elevata pendenza. Consiglio di portarsi una risorsa idrica, vista la mancanza di fontanelle d’acqua potabile lungo il percorso.

Chilometraggio:

12,9 Km


Dislivello complessivo:

891 m.d+

Descrizione tecnica

Partenza dal piazzale della Chiesa Parrocchiale di Revine, luogo dove lasciamo il mezzo. Con il luogo sacro alle spalle si svolta a destra lungo Via della Valle, facendo attenzione che dopo 60 m. la via prosegue lungo il viottolo a sinistra. Si continua sempre dritto sul viottolo successivo, si attraversa la strada e si imbocca la scalinata con le stazioni che porta all’oratorio di S. Francesco da Paola, dove si può avere una favolosa panoramica sulla vallata antistante, sul Borgo di Revine e sul lago Santa Maria.

Si prosegue così oltre l’Oratorio, si oltrepassa il passaggio tra le mura, poi si continua lungo il sentiero sterrato, alla stradina sterrata si gira prima a sinistra e poi subito a destra imboccando il sentiero con il segnavia 1032.

Da qui, per per i prossimi 3,1 km, si prosegue per un tratto con pendenza media del 20%, su fondo molto sconnesso, chiamato Strada delle Musse, segnavia 1032 TV1 E7.

Seguendo sempre il segnavia 1032 o i segni bianchi e rossi sulle rocce, dopo 1,5 km si arriva a Castegne Maor, dove, nelle giornate più limpide, si può ammirare un favoloso panorama sulla vallata.

Si prosegue sempre senza abbandonare la Strada delle Musse e, dopo altri 1,6 km, si raggiunge il Pian De Le Femene, con la possibilità di ristorarsi al Rifugio Alpino e visitare il Museo Partigiano, oltre ovviamente ad ammirare un favoloso panorama.

Si continua in salita lungo il sentiero con il segnavia 1033 E7, raggiungibile tra il Rifugio Alpino ed il museo. Si prosegue così per 1 Km, poi si svolta a destra e si mantiene, come punto di riferimento, il segnavia 1033 Strada Dei Cavai.

Si continua poi per 2,4 km, con il percorso via via in discesa costituito da un fondo sempre più compatto, in alcuni punti anche cementizio. Da notare anche un favoloso panorama da ammirare verso la vallata.

Successivamente si oltrepassa la Casera Carmelo, si arriva ad incrociare Via San Francesco (la strada che da Revine porta a Pian Delle Femene) e la si oltrepassa prendendo il sentiero di fronte, visibile dai segni bianchi e rossi nel guard-rail e dalle frecce con scritto 1033.

Qui il sentiero diventa più ripido ed impervio, si attraversa infatti per quattro volte la Via San Francesco per una distanza di 1,3 Km fino ad arrivare alla Lama delle Crode, con la possibilità di ammirare la Chiesa Madonna della Neve ed un panorama sui laghi di Revine.

Con la chiesetta alle spalle si prosegue lungo il sentiero a destra del laghetto, poi si attraversa la strada, si prosegue lungo il sentiero per 700 m. e si svolta a sinistra lungo il torrente. Dopo 600 m. si attraversa la strada, in seguito, dopo altri 300 m., arrivati all’asfalto a destra, si gira a sinistra imboccando il sentiero subito dopo la sbarra della proprietà privata.

Arrivati all’oratorio di San Francesco, si scende la scalinata. Successivamente ci si incammina verso il viottolo dall’altra parte della strada, percorso nel senso opposto all’andata.

Dopodiché si scende lungo Via della Valle e, alla prima strada a sinistra, si raggiunge Via San Matteo. Si arriva così a una fontanella d’acqua potabile e, a destra, subito dopo il campanile a destra, ci si trova il piazzale di partenza, luogo dove avete parcheggiato il vostro mezzo entrando dal lato opposto.

Punto di partenza

Chiesa Parrocchiale di San Matteo Apostolo in Revine

Fontanelle d’acqua potabile

Mappa

Traccia gps:

Per Google Maps

Traccia Gpx

Punti d’interesse:

Revine

Il centro storico di Revine si estende sulla pendice meridionale delle Prealpi Venete. Tra gli edifici è da ricordare il castello di monte Frascon (XIII secolo), con una cinta muraria anteriore al resto del complesso. Fu distrutto nel 1282-1283 da Bialo e Gelo conti di S. Martino, che per questo furono scomunicati dal vescovo di Ceneda. Spicca, inoltre, il campanile della chiesa parrocchiale (1612/13) che ha subìto nel corso degli anni una sua evoluzione architettonica, il Santuario di S. Francesco da Paola (1702) ed ancora più su il castello di monte Frascone del sec. XIII. Si ha, inoltre, la possibilità di ammirare antichi portici (più di 50 in tutto il comune), piccoli borghi e case di pietra locale. Alcune case di Revine hanno in facciata affreschi popolari con immagini sacre. Fuori del centro storico, sorge un caratteristico borgo (Bridot) che ben testimonia un pezzo della architettura e della tradizione rurale.

Revine Lago è situato ai piedi del versante meridionale delle Prealpi trevigiane, lungo la strada provinciale che collega Vittorio Veneto a Valdobbiadene. Il territorio offre numerosi sentieri che dal fondo valle salgono a monte, oltre a quelli che si snodano attorno ai laghi. Il Parco dei Laghi della Vallata, all’interno del quale si trova il Parco Archeologico Didattico del Livelet, si estende nelle immediate vicinanze dei due bacini ed è caratterizzato da una ricca biodiversità.

Fonte: turismovittorioveneto.it

Oratorio S. Francesco di Paola

Dalla fine del XVIII secolo fino alla prima metà del XIX, l’oratorio fu abitato da eremiti e divenne meta di pellegrinaggi e di devozione popolare soprattutto nei periodi d’epidemie. All’interno del santuario si possono ammirare opere di autori di un certo interesse nel panorama artistico veneto, come nel caso di Antonio Lazzarini (Belluno, 1672-1732), Mathias Cremsl, l’artista preferito dal don Cumano per il caldo cromatismo delle sue composizioni, che gli commissionò la maggior parte dei dipinti tuttora conservati nel santuario, a partire dal trittico che orna l’altare con la Madonna col Bambino, San Francesco da Paola e l’angelo reggente l’emblema “Charitas” nella tela centrale, firmata e datata 1702, e Sant’Alberto e Sant’Osvaldo in quelle laterali, Antonio Sasso, Giuseppe Venanzio, Antonio Tacco, Carlo Maria Cialdelli (detto Petrogalli da Foligno). Di particolare interesse sono anche gli affreschi di Francesco Da Re che si trovano in una delle stanze sopra la sacrestia che rappresentano i cinque misteri gaudiosi.

Fonte: turismovittorioveneto.it

Pian Del Le Femene

Il Pian de le Femene (talvolta italianizzato in Pian delle Donne) è un altopiano posto sul crinale delle prealpi Bellunesi nelle vicinanze del massiccio del Col Visentin con un valico (propriamente detto Sella di Pian de le Femene) che mette in comunicazione i comuni Limana, in provincia di Belluno, e Revine Lago, in provincia di Treviso. È compreso tra il monte Cor (a nordest, 1322 m s.l.m.) e il monte Boral (a sudovest, 1245 m). La zona è raggiungibile tramite una strada carrabile proveniente da Revine o da un sentiero lungo il Canal di Limana, nei pressi della frazione Valmorel.

Fonte: Wikipedia.com

Museo Partigiano

Pian de le Femene è l’altopiano che si estende a 1100 m. s.l.m. sul crinale fra il Comune di Limana (BL) e quello di Revine Lago (TV). Una denominazione curiosa, che sembra derivi dall’abitudine delle donne che lì giungevano con la mussa (slitta) sulle spalle per portare da mangiare agli uomini e rientrare con la carbonella per il focolare domestico. Un luogo ricordato per il periodo della Resistenza (1943-1945), su cui non a caso sorge il Museo Partigiano dedicato ad Agostino Piol, medaglia d’oro al valor militare, nato a Limana nel 1924 e caduto a Rivoli (TO), durante uno scontro con le forze nazifasciste. All’esterno dell’edificio, il monumento partigiano, inaugurato nel 1982, che riporta la frase “dall’estremo sacrificio la libertà”.Il periodo storico Il Museo, nato dal desiderio dei partigiani della Brigata Tollot, è stato realizzato per ricordare i fatti accaduti durante il periodo della Resistenza. Proprio a Pian de le Femene si trova infatti una lapide che recita “Qui 2.9.1944 le brigate Mazzini Tollot si unirono per la lotta della Resistenza”. In particolare, tra il 30 agosto e il 2 settembre 1944, la dorsale prealpina Monte Cesen-Col Visentin venne circondata dalle forze nazifasciste, che costrinsero le Brigate partigiane della Mazzini, Tollot e Piave a salire sulle vette e a dividersi. Fu sul Pian delle Femene che le Brigate Tollot e Mazzini si unirono, proseguendo lungo le creste verso il Col Visentin e il Cansiglio, mentre la Brigata Piave, dopo aver protetto il transito della Mazzini sul Passo San Boldo, si sganciò verso il fondovalle passando indenne attraverso le maglie del rastrellamento nemico. I lavori di costruzione del Museo sono iniziati a partire dagli anni 90 per merito della collaborazione tra l’amministrazione comunale di Limana, l’Isbrec (Istituto Storico Bellunese della Resistenza e dell’Età Contemporanea) e delle Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Belluno e Treviso, in particolare le sezioni “la Spasema” di Belluno e “Nino Nannetti” di Vittorio Veneto. Grazie al lavoro di molti volontari, le opere principali sono terminate il 21 agosto 1994.All’interno ci sono documenti, materiale fotografico di eventi e protagonisti e oggettistica che incrociano la storia dell’Italia dal 1935 al 1948, con una particolare attenzione agli episodi avvenuti nel bellunese. Tra le varie cose, spiccano la bandiera del Battaglione Settimo Alpini, un pezzo di tela di un paracadute degli alleati, le chiavi del carcere di Belluno trafugate durante l’operazione di salvataggio conosciuta come “la Beffa di Baldenich” e una radio trasmittente originale. Il Museo intende essere un luogo in cui preservare la memoria di un periodo cruciale per l’Italia, che ha segnato il passaggio alla democrazia dopo un ventennio di regime fascista che aveva soppresso ogni libertà civile, introdotto leggi razziali e condotto il paese a una guerra sanguinosa. «Dimostrare ciò che è stato serve non solo a ricordarlo senza alcuna retorica ma anche come contrapposizione a estremismi nascenti» spiega Roberto Tacca, presidente della sezione Anpi “la Spasema”, sezione Sinistra Piave bellunese. «Certi valori non hanno confini spazio-temporali, come libertà, uguaglianza e democrazia sono concetti che vanno bene in qualsiasi luogo e periodo storico. Diritti che vanno riaffermati di giorno in giorno per non andare perduti e che la memoria ci consente di valorizzare». Ma la Resistenza non toccò solo Pian de le Femene. Nei pascoli adiacenti a Malga Montegal avvennero un paio di lanci con il paracadute da parte degli alleati anglo-americani. Venivano scaricati preziosi bidoni contenenti vestiario, calzature, alimenti, sigarette e la grappa, importantissimo disinfettante. Anche la popolazione collaborava alla raccolta dei materiali, e in cambio recuperava la tela dei paracaduti per fare della biancheria.

Fonte: veneto-rivers-holiday.com

Chiesetta Madonna della Neve

La piccola chiesa della Madonna della Neve è situata a Lama delle Crode, 650 m.s.l.m sopra l’abitato di Revine. L’edificio sacro ha una campanella in onore dell’arcangelo Gabriele. Essa è posta sopra la chiesetta ed è dedicata al patrono dei radioamatori, per questo l’Associazione Radiantistica Trevigiana di Santa Lucia di Piave organizza ogni anno la “Festa della radio in montagna”. Questa ricorrenza nel 2023 è stata particolare: infatti, lo scorso 30 luglio è stato il 20° anniversario della morte di Don Luigi Chiarel, colui che aveva benedetto la chiesetta della Madonna di Neve il 9 agosto 1981.

Curiosità:

La strada delle musse segnavia 1033, percorsa in questo itinerario, fa parte del sentiero E7, il quale appartiene ad una serie di 12 sentieri europei a lunga distanza.

Il suo percorso inizia a Lisbona in Portogallo, poi attraversa la Spagna, supera i Pirenei e dopo la Costa Azzurra arriva in Italia. Attraversato il Monte Baldo scende verso l’Adige, supera il massiccio del Grappa e giunge a Milies. Prosegue poi ad est verso Vittorio Veneto e raggiunge, infine, la Romania.

Autore:

Mirco Salvador

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