Spread the love
     
 
 
       

Panoramica:

Un favoloso itinerario di 15,5 Km con 670 m.d+ alla scoperta delle colline del prosecco tra Farra di Soligo e Soligo. Un Trail per l’80% su sterrato partendo da Farra di Soligo, salendo per il Gor della Cuna (ammirando così la sua cascata), proseguendo lungo la cresta dei Colli, percorrendo un tratto del sentiero delle Vedette con deviazione al Santuario di Collagú e scendendo infine fino a Soligo.
Si risale la collina per raggiungere l’Eremo di San Gallo e si procede con saliscendi tra i vigneti per poi ritornare a Farra di Soligo.
Da praticare con scarpe da trekking o Trail running; consiglio i bastoni ed una risorsa idrica per l’assenza di fontanelle nella parte alta del percorso.

Chilometraggio:

km 15,5

Dislivello complessivo :

670 m.d+

Descrizione tecnica:

Inizialmente si parte da Piazza Caduti nei Lager 1943/1945 a Farra di Soligo, luogo ottimale per lasciare il mezzo.

Con la piazza alle spalle si prosegue verso sinistra per svoltare, ancora a sinistra, dopo poco su via San Rocco. Allo stop dopo il torrente si gira a destra, all’incrocio successivo si prosegue dritto su Via San Nicolòn e dopo aver superato Villa Caragiani Badoer, si svolta a destra su Via Faverei e da qui, come punto di riferimento, si seguono le indicazioni Gor della Cuna n. 3.

Si prosegue così per 130 m. su via Faverei poi, arrivati alla curva che svolta a destra, si prosegue dritti lungo la carrareccia esterna alla curva che si inoltra tra i vigneti. Dopodiché si oltrepassa il Rui Stort, si procede verso destra e si risale il corso d’acqua, percorrendo il sentiero parallelo per poco più di mezzo chilometro fino a raggiungere la cascata del Gor della Cuna.

Arrivati sulla destra della cascata, si sale lungo il sentiero a zigzag e si continua a seguire il sentiero 3 risalendo sempre il Riu Stort per mezzo chilometro fino a raggiungere la carrareccia con fondo cementizio.

Successivamente si prosegue a sinistra, sempre in salita, si mantiene la strada per 250 m. e si raggiunge una casa situata ad un bivio: Dopodiché si aggira la casa e si prosegue lungo il sentiero dietro l’abitazione che si protrae tra vigneti con il solito cartello n.3 Gor della Cuna.

Qui la salita si fa più decisa; i primi 130 m si percorrono tra i vigneti e successivamente si prosegue per 160 m. nel bosco. Raggiunta una baita, si prosegue per altri 250 m.

Arrivati al vigneto si rientra subito nella vegetazione del bosco seguendo il tornantino a destra (da qui troverete i cartelli al contrario con il n.3). Dopo 400 m. si raggiunge la Forcella Xocco.

Con la tabella illustrativa di fronte si prosegue lungo il sentiero a sinistra con il n. 002 Sentiero delle Vedette; dopo 650 m. si mantiene il sentiero seguendo le indicazioni con il n. 4 Sentiero Alpino e si prosegue per altri 1,2 Km lungo il sentiero delle Vedette fino a raggiungere Forcella S. Martino.

Da qui si prosegue lungo il Sentiero Sud n. 6 che dopo 300 m. diventa asfaltato. Dopo ulteriori 600 m. si raggiunge il Santuario di Collagù.

Si prosegue così lungo l’asfalto oltre il campanile e dopo 320 m. si ritorna sullo sterrato rientrando nel sentiero delle Vedette e dopo altri 200 mt. al Bosco Impero, si continua a sinistra seguendo le indicazioni del Cammino delle Colline del Prosecco.

Si prosegue in discesa per 2,3 Km e alla fine della discesa, con i vigneti di fronte, si continua verso destra e dopo 500 m. si raggiunge il capitello di S. Antonio ed è possibile idratarsi grazie ad una fontanella.

Si percorrere l’asfalto per 500 m. e sulla destra c’è un viottolo tra due case segnalato dalla freccetta verde e bianca con il numero 002. Ci si inoltra e dopo una breve salita si raggiunge la Chiesa Parrocchiale di Soligo dove è presente una fontanella.

Si ritorna all’entrata del sagrato e, con la chiesa alle spalle, si continua lungo il sentiero situato subito dopo a quello di arrivo passando tra i due pilastroni.

Si prosegue così in salita tra i vigneti seguendo il sentiero principale per un breve tratto e dopo la casa con l’affresco, si abbandona la carrareccia seguendo il sentiero a destra. Alla stradina si svolta ancora a destra, poi mantenendo nuovamente la destra si raggiunge l’eremo di San Gallo. Qui è possibile visitare la chiesa ed ammirare un favoloso panorama sui colli coneglianesi, quelli asolani, il Montello e la pianura fino alla laguna veneta.

Si prosegue oltre la chiesa seguendo l’asfalto e al bivio si svolta a destra e poi a sinistra; qui il percorso diventa sterrato. Si prosegue per quasi mezzo chilometro tra i vigneti con il fondo che diventa cementizio nella parte finale.

Al primo tornante, che svolta a sinistra ci si inoltra lungo il castagneto attraversando la catena all’ esterno della curva, poi si segue il sentiero per sbucare tra vigneti.

Si percorre la carrareccia principale per 600 metri, si raggiunge il cancello della tenuta e all’asfalto si prosegue in salita tenendo la destra e successivamente e dopo 200 metri, a sinistra si va in discesa tra i vigneti.

Si segue il percorso principale per poco più di mezzo chilometro, si raggiunge Via Collagù, la si attraversa, si prosegue dritti attraversando il piccolo ruscello e si continua lungo lo sterrato.

Si percorre la carrareccia principale per mezzo chilometro, si oltrepassa un cancello chiuso attraverso un passaggio laterale e al sentiero successivo si gira a sinistra in discesa.

Si procede in discesa per 750 metri lungo Via Aldo Moro tenendo la destra; all’ incrocio successivo ancora a destra, poi a sinistra per Via Cal Nova e dopo 70 m., sulla destra, si raggiunge Piazza Caduti nei Lager 1943/1945 luogo dove è stato lasciato il mezzo.

Punti di partenza :

Piazza Caduti nei Lager 1943/1945 a Farra di Soligo

Fontanelle d’acqua potabile

La vecchia fontana a Farra di Soligo

Al capitello di S. Antonio a Soligo

Al sagrato della Chiesa Parrocchiale di Soligo

Mappa

Traccia gps:

Per Google Maps

Traccia Gpx

Punti d’interesse:

Gor della Cuna

Il Gor della Cuna, è una meravigliosa cascata il cui toponimo significa “sorgente in una culla”. La via di accesso è caratterizzata da un piccolo canyon, in una valle chiusa e umida, composto da alte pareti di conglomerato.

Sentiero delle vedette

Le alture più settentrionali della zona collinare che inizia dai centri abitati del comune di Farra possono a ragione essere denominate “piccole montagne” per l’asperità dei rilievi, con altitudini che sfiorano i 500 metri. Qui i vigneti contendono gli ultimi scampoli di pendii alla vegetazione boschiva. Il nome ”delle vedette” rievoca i molti scorci panoramici di spettacolare bellezza che si possono contemplare da queste quote, sulla piana del Piave a sud e sulle Prealpi verso nord; inoltre richiama l’alto valore strategico di queste serie di cime, caratterizzata dalla presenza di postazioni strategiche per controllare il fronte del Piave nel 1917-1918. Sotto il profilo naturalistico, è interessante osservare il virtuale “limite fitoclimatico” che corre sulla cresta di questi rilievi, in virtù del quale sui versanti più soleggiati a sud cresce una vegetazione di tipo termofilo (roverella, ecc) mentre su quelli più freddi ed umidi verso nord una vegetazione di tipo mesofilo (quercieto- carpineto ecc.), anche con presenze arboree tipiche dei microclimi superstiti dell’ultima glaciazione würmiana.

Fonte: Prolococolsanmartino.it

Prossimamente uscirà un nostro itinerario dedicato al Sentiero delle vedette così da percorrerlo per intero.

Santuario di Collagù

Il curioso nome deriva dalla forma aguzza (colle acu-to) del colle dove, poco sotto la cima, sorge il santuario.Il nome è antichissimo, ed attesta insediamenti fin dall’età del bronzo.Da epoca immemorabile, forse addirittura sui ruderi di un altare romano, qui esisteva un piccolo santuario molto frequentato da pellegrini della vallata che veneravano la “Madonna dei Dolori”, culminante con la solenne processione della seconda domenica di novembre con i fedeli che partivano da Soligo o da Farra.

Si saliva anche per propiziare i raccolti ed una abbondante vendemmia.Tra il settecento e l’ottocento l’abbandono e la rovina.Negli anni ’30, per un voto, la famiglia Bottari De Castello fece edificare la chiesetta accompagnata dal campanile, come ora li vediamo, su forme neo-romantiche molto dignitose e di buon gusto, con uno splendido affresco nel portico esterno.Nel 1932 venne consacrato il sacro complesso e riposte le reliquie di Sant’Emilio.Tutt’attorno un tripudio di vigneti.Il luogo è bellissimo, isolato, solitario, silenzioso.

Fonte: Magicoveneto.it

Chiesa parrocchiale di Soligo

La parrocchia di Soligo è intitolata ai Santi Pietro e Paolo.La prima attestazione della cappella primitiva è del 3 febbraio 1212 con la citazione del “portico della chiesa di San Pietro di Soligo“.Di quella antica chiesa non rimane traccia se non nella massiccia mole del campanile. Infatti la chiesa venne radicalmente risistemata a partire dal 1720.Tra le due grandi guerre le mutate esigenze di culto richiesero un ampliamento della chiesa, il cui progetto fu affidato nel 1924 al celebre architetto Giovanni Possamai di Solighetto, il quale senza eliminare completamente il vecchio edificio, concepì uno spazio del tutto nuovo che, per l’effetto d’insieme che trasmette può essere chiamato “tempio”, quasi un adattamento gergale dei presupposti laici dell’architettura neoclassica. Gli interventi di ampliamento non hanno privato l’edificio del suo originario aspetto campestre, favorito anche dalla posizione sul fianco del colle di San Gallo. Una lapide murata dietro l’altar maggiore ricorda le tappe dei lavori.La chiesa parrocchiale contiene numerose opere d’arte.

Fonte: Prolocosoligo.it

Eremo di San Gallo

Dalla cima del colle di San Gallo, a 363m sul livello del mare, si gode uno dei migliori panorami sul Quartier del Piave e sull’intera pianura trevigiana, che sembra stesa ad accompagnare il corso del fiume Piave verso il mare. Nelle giornate terse e soleggiate è possibile intravvedere il riflesso del sole nella laguna di Venezia.In origine, attorno al secolo X il territorio solighese era dominato dal castello costruito proprio sul colle di San Gallo ed era feudo dei potenti vescovi bellunesi, che vi esercitavano l’alta sovranità feudale. Oggi, delle gloriose vestigia del medievale castello resta solo qualche masso squadrato collocato lungo il viale alberato di cipressi che dalla croce porta all’ingresso dell’eremo di San Gallo.

La chiesetta è stata per lungo tempo rifugio di custodi-eremiti, a partire dal 1430 quando un frate, Egidio di Lombardia, lo scelse come sua dimora il quale, assecondato dagli abitanti di Soligo nelle sue pie intenzioni, edificò sulle macerie del castello una chiesetta, con accanto anche una conveniente abitazione per l’eremita, che volle intitolata al Santo abate Gallo in memoria dei suoi primi anni di vita religiosa trascorsi nell’abazia omonima in Svizzera.L’eremo è raggiungibile sia a piedi, lungo i numerosi percorsi immersi nei boschi di castagno, o tra i vigneti, che si snodano sui fianchi del colle, oppure in auto dalla strada che parte nei pressi della Chiesa Parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo.

Durante l’anno vengono organizzate manifestazioni e feste tradizionali molto apprezzate da grandi e piccini. La zona circostante è ben curata ed è meta di chiunque voglia godere di paesaggi mozzafiato sia di giorno che di notte.

Fonte: Prolocosoligo.it

Autore:

Mirco Salvador

Print Friendly, PDF & Email
Un pensiero su “Itinerario n.75: Farra di Soligo, Gor della Cuna, Sentiero  delle Vedette, Collagù, San Gallo.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *